Il Servizio Regionale dell’Emilia Romagna nasce formalmente il 18 marzo del 1993 e si dota di proprio statuto e personalità giuridica autonoma il 20 ottobre 1994. Nasce dalla XXV Delegazione Alpina che, grazie all’impegno dell’allora Delegato Olinto Pincelli, si organizza partendo dalle pendici della Pietra di Bismantova nell’appennino reggiano, per poi strutturarsi, seguendo lo sviluppo dell’arrampicata in falesia e del turismo di crinale, nelle province centrali della regione nel corso degli anni ’80. Solo all’inizio degli anni ’90 si estende la copertura della XXV Delegazione anche alle aree di crinale delle province di Piacenza e Forlì. Integrato nel sistema 118 sin dal suo inizio nei primi anni ’90, stabilisce una forte sinergia con la Centrale Operativa di Modena che rende disponibile una postazione, funge da coordinamento regionale negli eventi complessi e smista e gestisce le chiamate che giungono, per la prevenzione delle emergenze in
montagna, cui si rivolgono turisti e frequentatori della montagna in difficoltà per poter parlare direttamente con il responsabile operativo di zona per ritrovare il sentiero o per consultarsi con esperti del Soccorso Alpino.
Il Soccorso Speleologico era già operante in Emilia Romagna attraverso la struttura nazionale che molto deve alla nostra regione sin dalla seconda metà degli anni ’60, la Squadra Speleologica viene integrata nel servizio regionale alla sua nascita come componente del CNSAS sin dal 1968, ad oggi i volontari della XII Zona Speleologica sono parte attiva della struttura nazionale del CNSAS.
Il soccorso ai pericolanti ed agli infortunati sull’arco appenninico della Regione si articola attualmente su sette stazioni territoriali: Stazione Monte Alfeo (PC), Monte Orsaro (PR), Monte Cusna (RE), Monte Cimone (MO), Corno alle Scale (BO), Rocca di Badolo (BO) e Monte Falco (FC) che coprono l’intero arco del crinale che fa da confine tra Emilia Romagna e Toscana ed una Delegazione speleologica organizzata in 3 stazioni territoriali che operano nelle aree di interesse carsico di Reggio Emilia, Bologna e Faenza.
Le squadre del Soccorso Alpino Emilia Romagna collaborano con il sistema 118 oltre che negli interventi di competenza istituzionale anche per interventi di soccorso in luogo impervio lontano dalle aree di crinale.
Nella Provincia di Piacenza e Modena sono presenti e frequentate diverse forre e la stazione di competenza è attrezzata e conta un Tecnico di Soccorso in forra e diversi operatori in fomazione.
Nel 2000, dopo una serie di complessi e gravi incidenti sul crinale invernale, al Soccorso Alpino Emilia Romagna viene affidato in via sperimentale il 4° elicottero del Servizio Sanitario della Regione Emilia Romagna con base inizialmente dislocata presso l’elisuperficie dell’ospedale Maggiore di Bologna.
L’equipaggio e la dotazione tecnico sanitaria del servizio viene totalmente affidata alla gestione del SAER il quale s’impegna sin dall’inizio a fornire equipaggi sanitari reclutando e formando, tra le fila dei medici ed infermieri dell’emergenza, un nutrito pool di professionisti al soccorso in ambiente montano ed impervio.
Dal 2000 ad oggi gli equipaggi del SAER formati da Medico Specialista, Infermiere con caratteristiche conformi agli standard richiesti agli equipaggi di elisoccorso della Regione Emilia Romagna, affiancati da un Tecnico di Elisoccorso hanno risolto nuemrosi interventi di soccorso su ogni tipo di terreno divenendo uno strategico ed insostituibile strumento del servizio sanitario regionale.
L’elicottero affidato è inizialmente un BK 117 B2 per poi essere sostituito con un BK117 C1 ed un EC145 T2 ancora oggi in servizio attivo. L’equipe volontaria in servizio presso la base del SAER di P
avullo nel Frignano assolve a tutte le richieste di soccorso con tecniche SAR (verricello e hovering) provenienti dalle centrali 118 della regione o dalle stazioni del SAER ed è normalmente impiegata come le altre equipe delle basi regionali per interventi HEMS nel territorio di prossimità o in sostituzione delle altre impegnate.
Il SAER può oggi contare su di una sede regionale a Castelnovo ne’ Monti (RE), una base di Elisoccorso presso l’aeroporto di Pavullo nel Frignano (MO), 22 mezzi fuoristrada distribuiti tra le stazion
i per il trasporto delle attrezzature di soccorso dei tecnici e dei sanitari, oltre a basi mobili di coordinamento ed un furgone logistico per il trasporto delle attrezzature della Stazione Speleologica.
Ogni stazione ha dotazioni sanitarie tali da garantire ad ogni squadra di poter effettuare autonomamente interventi medicalizzati con la collaborazione dei propri medici ed infermieri o dell’equipe del SAER operante sulla base di Elisoccorso di Pavullo nel Frignano.
Sono state istituite due postazioni mobili per il coordinamento delle ricerche di persone disperse con dotazione di tecnologie per la radiolocalizzazione delle squadre di ricerca, della cartografia e di una termocamera all’infrarosso per la ricerca delle fonti di calore.
È stato istituito e finanziato a partire dal 2007 un gruppo di operatori dedicato allo sviluppo delle tecnologie applicate a questo settore specifico.
La Delegazione Speleologica annovera diversi operatori componenti della commissione nazionale disostruttori con abilitazione all’utilizzo di esplosivi.
Nel SAER è sempre stato attivo un nutrito gruppo di cinofili che ha consentito al servizio regionale di utilizzare l’importante risorsa in diverse delicate operazioni di ricerca in superficie ed attualmente, di disporre di unità cinofile da valanga che turnano in servizio di picchetto presso la base di elisoccorso nei periodi a rischio.
Il 27 marzo 2010 l'Assemblea generale dei soci del SAER, a Reggio nell'Emilia, ne ha approvato all'unanimità il nuovo statuto che ne amplia le strutture democratiche e ne ammoderna l'apparato gestionale.
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